Lo sviluppo della cooperazione diplomatica, scientifica ed economica a partire dai Paesi del Mediterraneo fino a quelli dall’Oceano Indiano è al cuore della partecipazione dell’industria ittica italiana a Expo 2020 Dubai.
La conferma arriva dalla nona edizione di Blue Sea Land che si tiene quest’anno per la prima volta in una veste interamente digitale.
L’evento, organizzato dal Distretto della Pesca e Crescita Blu, vede confrontarsi in una serie di dibattiti e workshop accademici, economisti e diplomatici che contribuiscono con idee, proposte, progetti ed energie, a un sentire unico per la rigenerazione delle risorse ambientali.
Fin dall’origine, l’Expo dei Cluster del Mediterraneo, dell’Africa e del Medio Oriente, ha avuto l’obiettivo di sviluppare una cooperazione diffusa tra l’area del Mediterraneo e quella dei Paesi rivieraschi dell’Oceano Indiano.

Obiettivo che il Commissariato per la partecipazione dell’Italia a Expo 2020 Dubai intende perseguire alla prossima Esposizione Universale, la prima a tenersi nel mondo arabo.
“Con Blue Sea Land, porteremo a Expo 2020 Dubai un modello unico di riferimento nell’intero bacino del Mediterraneo per la collaborazione tra sistemi economico-produttivi nei settori strategici della blue economy, dell’economia sostenibile, della pesca, della lotta all’inquinamento dei mari e dell’acquacoltura del futuro”, ha dichiarato il Commissario Generale Aggiunto Marcello Fondi, nel panel “Industria ittica e internazionalizzazione”.
“Un modello che replicheremo a Dubai, estendendolo ai Paesi del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano. In particolare all’’Associazione dei Paesi Rivieraschi’, attualmente sotto la presidenza degli Emirati Arabi Uniti, coinvolti quanto l’Italia nella lotta ai cambiamenti climatici, nella prevenzione di disastri naturali, nella difesa dell’economia sostenibile e della biodiversità dei mari”.